Filosofia, politica e diritto nel pensiero di Aldo Moro
Intervento del Prof. Aurelio Rizzacasa al convegno su Aldo Moro dell’Associazione la Pira di Civita Castellana
La prima fase del pensiero di Aldo Moro è direttamente legata ai lavori della costituente ed è in certo senso preparatrice della seconda fase direttamente pratica nella sua attività politica che è accompagnata da ricerche e riflessioni di filosofia del diritto si concentra nei trenta anni compresi tra il 1945 e 1975.
I suoi autori di riferimento sono Tommaso d’Aquino come espressione del pensiero cristiano in un’ontologia personalista, J. Maritain ed E. Mounier per un umanesimo personalista contemporaneo aperto al dialogo con le altre posizioni politiche del tempo. G. Dossetti, G. Lazzati, G. La Pira e A. Fanfani in quanto interpreti italiani del retroterra ideologico proprio della democrazia cristiana. L. Sturzo e R. Murri come costruttori dell’azione politica dei cattolici sospesa tra partito popolare e democrazia cristiana.
Pertanto il pensiero di Moro valorizza l’idea di una partecipazione sociale diretta al superamento dell’individualismo e a favore di una valorizzazione dei corpi intermedi nel quadro della dottrina sociale della chiesa e della teoria economica di G. Toniolo. Il suo pensiero politico esprime una forma di democrazia nonché di umanesimo popolare diretta alla valorizzazione dello stato che tuttavia non assume un carattere direttivo ma costituisce la base di un coinvolgimento partecipativo dei cittadini nell’attività politica. Abbiamo così un umanesimo integrale che si pone in contrasto tanto con lo stato etico quanto con il liberalismo individualista. In questo quadro di riferimento si colloca l’apertura al socialismo e al comunismo marxista. Per Moro la sintesi proposta dal movimento Esprit tra le istanze di S. Kierkegaard e quelle di K. Marx risponde all’idea di favorire, attraverso il dialogo, la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica della nazione comprendendo anche coloro che esprimono posizioni diverse.
Il quadro delineato intende stabilire una continuità tra il Risorgimento e la Resistenza allargando la progettazione del compimento della democrazia all’apertura all’Europa e al dialogo con il mondo comunista attraverso il cosiddetto compromesso storico.
Secondo questo orientamento etico-pedagogico l’azione politica di Moro nella realizzazione delle riforme costituzionali si esprime nella valorizzazione dei sindacati e dei partiti politici come corpi intermedi capaci di attuare la sussidiarietà in una democrazia popolare fondata sull’impegno attivo di tutti i cittadini. Sul piano della politica internazionale sono molto significativi sei articoli della carta costituzionale italiana. L’articolo 2, L’articolo 3, l’articolo 4 , l’articolo 5, l’articolo 7 e l’articolo 11.
Da un punto di vista filosofico la politica del nostro pensatore pone al centro la persona nella sua socialità, realizzando un passaggio significativo alla partecipazione del popolo alla vita dello stato, in quanto la comunità costituisce lo spazio pubblico della solidarietà sociale. Così, la democrazia diventa un cammino di crescita della comunità sociale destinato ad estendersi progressivamente in un programma di crescita partecipativa. Il contesto storico diventa quindi il momento del dialogo tra le forze antifascista che nella resistenza attuano il compimento del disegno nazionale proprio della politica risorgimentale. Quindi, al di là dell’egemonia della democrazia cristiana, Moro propone un pluralismo democratico al compimento del quale sono chiamate a partecipare in una situazione paritaria le tre culture della politica italiana. Vale a dire, la democrazia cristiana, la posizione laica repubblicana e liberale e la visione ideologica socialista e comunista. Tutto ciò trova il suo limite dialogico nel rifiuto dello stato etico totalitario ed in particolare valorizza come momento indimenticabile l’antifascismo della rivoluzione democratica.
Alla luce delle idee presentate nei punti precedenti la costituzione viene ad essere la legge fondamentale dello stato democratico e trova il suo compimento in un’apertura progressiva suscettibile di completarsi evolutivamente attraverso le leggi ordinarie chiamate ad attuare i principi enunciati programmaticamente dalla stessa carta costituzionale.