Democrazia e pacifismo in Ernesto Balducci

 

Ernesto Balducci e il problema della pace. Un itinerario che dall’antropologia, attraverso l’etica, giunge alla politica

Ernesto Balducci propone una cultura della pace a partire da due istanze metodologiche ed educative, vale a dire dalla non violenza e dall’obiezione di coscienza. In ogni caso la sua proposta, orientata verso una profonda spiritualità cristiana, assume un valore culturale fino al punto di poter parlare di una vera e propria civiltà della pace. Ciò comporta l’enfatizzazione della speranza nel superamento tanto del pacifismo ideologico quanto dell’astrattezza del pensiero utopico. Egli infatti muove le sue considerazione dal pensiero di Francesco d’Assisi, di Gandhi e di Giorgio La Pira, in una situazione nella quale il suo realismo prende le mosse dalla conciliazione delle estremizzazioni storiche date dalle posizioni di G. Savonarola e di N. Machiavelli. Tuttavia non possiamo dimenticare che il suo itinerario, ispirato da un dialogo attivamente critico con Don Lorenzo Milani, prende la sua forza anche da una profonda analisi culturale che coinvolge il pensiero esistenziale di K. Jaspers, la fisica di A. Einstein , il marxismo di S. Garodi, la posizione etico-politica di J. Bloch, il personalismo di E. Mounier e l’olismo sistemico della complessità di E. Morin, nonché l’evoluzionismo teologico di P. Teilhard de Chardin. Su questo piano l’evento epocale della bomba atomica costituisce la svolta radicale in cui l’uomo o aderisce all’etica della pace o è destinato a scomparire dal pianeta. Così l’uomo stesso è chiamato a superare ogni forma di individualismo narcisistico a favore di un dialogo intersoggettivo collocato storicamente in una condizione planetaria.

Aurelio Rizzacasa

 

 

 

 

L'Associazione si scusa con i lettori per l'assenza, dovuta a inconvenienti tecnici, degli interventi di alcuni relatori presenti al convegno.